«Capisci quello che stai leggendo?»: così domanda Filippo ad un funzionario Etìope che stava
leggendo la Bibbia. E questi gli risponde: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?» (At 8,30-31). Anche noi, talvolta, abbiamo fatto la stessa esperienza di restare disorientati,
quando abbiamo preso in mano la Sacra Scrittura.
La stessa Bibbia ci parla di un altro “libro” difficile da leggere, quello del cuore umano, quello della vita, della “nostra” vita.
San Giovanni nel libro dell’Apocalisse, paragona la storia intera ad un libro perfettamente sigillato che
con fatica cerchiamo di comprendere, ma senza mai riuscirvi pienamente: «Vidi un libro, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. Vidi un angelo forte che
proclamava a gran voce: “Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?”. Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo. Io piangevo
molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo» (Ap 5,1-4).
Quel libro racchiude il significato della storia e il pianto di Giovanni dinanzi a questo libro difficile da leggere, sono le nostre lacrime miste a delusione per non essere in grado da soli di
trovare e dare un senso a tutte le fatiche e le sofferenze della vita. Specialmente nella ricerca del vero bene.
«Solo nel mistero del Verbo incarnato trova luce il mistero dell’uomo» (Gaudium et spes 22).
La Lectio Divina è quindi un modo privilegiato per togliere i sigilli, aprire il libro e crescere nella relazione con Gesù. Attraverso questa pratica individuale e comunitaria, veniamo introdotti un po’ alla volta a guardare e ad amare noi stessi e il mondo con gli occhi e il cuore di Dio. A dare un senso alle cose, contemplando Colui che le ha vissute prima di noi. E' nel silenzio il Signore che si svela e gradualmente le parole della Sacra Scrittura incominciano a agli occhi del nostro cuore.